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martedì 21 giugno 2011

Officina Italia 2. Nuova Creatività Italiana - Bologna

Il secondo giorno di apertura sono andata a vedere la mostra al Baraccano, attirata soprattutto dal fatto che venisse presentata come "controbiennale", oltre che dall'illustre nome di Renato Barilli.
Sono arrivata pensando che era una bella cosa che si muovesse l'arte anche fuori dagli schemi più istituzionali della paludata e prestigiosa Biennale di Venezia.
L'idea poi che fosse nella mia Bologna mi ha mosso orgoglio e ottimismo.
Sono entrata nella prima sala senza provare emozioni. Ho osservato con attenzione ma con un po' di noia. Sono entrata nella seconda sala, quella più grande, e mi sono aggirata tra opere di cui ho fatto estrema fatica ad afferrare il significato. Sono rimasta perlopiù sterile visitatore.
Un'opera in fondo alla sala costituita da 3 elementi "vivi" mi ha fatto sorridere, davanti a un rotolo di carta da lucido finemente intagliato, mi sono interrogata sulla pazienza dell'artista nel produrla. Una installazione di carcasse di seggiola mi ha dato un leggero piacere puramente estetico. Il resto l'ho quasi immediatamente dimenticato. Evidentemente il problema è mio, non ho gli strumenti per "capire" l'arte contemporanea.
ARTE CONTEMPORANEA?