Anche quest'anno come mancare alla Biennale di Venezia.
Tanta arte tutta concentrata in una sola città: praticamente, per me, il paese dei balocchi.
L'Arsenale a parte la location sempre emozionante ha molte cose interessanti.
James Turrel: una stanza nella quale per entrare bisogna fare la fila. Non sono riuscita ad entrare, ma ho visto un'installazione analoga alla mostra TRA a Palazzo Fortuny: un'esperienza di sospensione percettiva davvero impressionante.
Haroon Mirza: violenza sensoriale che provoca un'evanescente opera intima.
Christian Marclay - The Clock: il video si trova all'angolo dell'Arsenale dopo le Corderie, sedetevi comodi e conceditevi almeno una mezz'ora da stare lì e poi capirete... ha vinto il Leone d'oro.
Tra gli eventi collaterali l'installazione di Federico Diaz: Outside itself. In uno spazio estremamente suggestivo l'interazione del pubblico attraverso i movimenti e il colore degli abiti, attraverso dei sensori di luce, determina una scultura attraverso 2 robot che ricevono i dati in base ai quali assemblano delle sfere nere. Interessante.
Ascension di Anish Kapoor, nella Basilica di San Giorgio lo scultore indiano ha "creato" una colonna di vapore che sale verso l'alto. Evanescente... da vedere.
Ma devo dire la verità ciò che mi ha davvero emozionato è la mostra a Palazzo Fortuny.
Opere che vanno dall'antichità fino ai giorni nostri integrate perfettamente nelle sale del palazzo, insomma qualcosa in più. Ho, poi, così scoperto un personaggio davvero eclettico e formidabile: Mariano Fortuny Madrazo scenografo, pittore, fotografo, imprenditore inventore della luce indiretta.
A Punta Dogana, Elogio del dubbio, a parte la ristrutturazione impeccabile di Tadao Ando, tra gli altri, potente l'opera di Maurizio Cattelan, smacchevole il cuore di Jeff Koons.
Cattelan, Koons e Kapoor, sono praticamente in ogni sito a Venezia. (...)
Ai Giardini invece nel padiglione centrale, appena entrate guardate in alto: i piccioni di Cattelan. Tassidermizzati sono piazzati nei soffitti delle tante sale. Tutti lì fermi immobili, ce ne sono tantissimi. Io avevo paura che si rianimassero tutti insieme contemporaneamente e che cagassero!
Ed è un po' quello che si meriterebbero la maggior parte delle opere esposte. Una bella super cagata dall'alto.
Ed è un po' quello che si meriterebbero la maggior parte delle opere esposte. Una bella super cagata dall'alto.
Degna di nota Cindy Sherman. Interessanti anche i Padiglioni: Giappone, Corea, Gran Bretagna, Francia, Austria... del resto non ho visti molto altro ero devastata dal caldo e anche un po' dalla noia.
L'arte contemporanea è faticosa.
Spesso, devo dire, che ho avuto l'impressione di essere in un Luna Park per adulti.
Ci devo riflettere ancora un po'.
Ci devo riflettere ancora un po'.
Gilla Dimer

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